Protezione del patrimonio: ecco i principali strumenti per farla bene

Sofia Fraschini

13.12.2022

Come blindare i nostri beni materiali e immateriali. Le possibilità previste dalla legge

Avere un patrimonio e gestirlo è una grande responsabilità. Parcheggiarlo semplicemente sul conto in banca o – fino a prova contraria – ben investirlo, non basta. Esistono, poi, tutta una serie di beni materiali che concorrono a creare un patrimonio. Eventi esterni che non dipendono dalla nostra volontà possono metterlo a rischio. Hai mai pensato cosa accadrebbe al tuo patrimonio in caso di morte, invalidità, perdita del lavoro, fallimento aziendale, divorzio, liti familiari? Pensi che i tuoi beni siano comunque al sicuro ? Non è così. Esistono per questo dei consulenti che possono spiegarci e consigliarci come “blindarlo”. Pensi di non doverlo fare perché hai bisogno comunque di attingere a questo capitale? Le soluzioni possibili prevedono la tutela in caso di imprevisto garantendone, in parallelo, l’accesso.

I cinque strumenti

Sono cinque gli strumenti “salvagente” per il patrimonio: il fondo patrimoniale, il trust, il patto di famiglia, la società holding e l’intestazione fiduciaria.
1-Il fondo patrimoniale: è strumento classico di protezione patrimoniale e si tratta di un vincolo posto da uno o entrambi i coniugi, ovvero da un soggetto terzo, su determinati beni, nell’interesse della famiglia. Lo scopo è quello di creare un patrimonio “separato”, non aggredibile, rivolto a soddisfare i bisogni familiari. Oggetto del fondo può essere la proprietà, ma anche diritti reali quali l’usufrutto. Il fondo patrimoniale è uno strumento semplice ed economico, che necessita però di 5 anni per consolidarsi ed è purtroppo provvisorio. Infatti, il fondo patrimoniale si estingue in caso di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Se questa formula di protezione ti interessa chiedi all’esperto: 
In caso di fondo patrimoniale questo incide sulla proprietà dei beni stessi? A chi resta in capo?
In caso di debiti, i creditori possono aggredire i beni del fondo? In che misura?

2-Il trust: è uno strumento di origine anglosassone, e in Italia, manca di una specifica normativa. Sono le parti che stabiliscono le regole del proprio trust. Il rischio è che queste regole, se stabilite senza cautela e professionalità, possano essere considerate nulle o inefficaci da un giudice italiano. Per questo la costituzione di un trust deve essere accompagnata. In concreto, con la costituzione di un trust, una persona chiamata trustee gestisce il patrimonio ricevuto da un altro soggetto, denominato disponente (o settlor). La gestione avviene a beneficio di un soggetto (beneficiary) oppure per uno scopo prestabilito. Ad esempio, per far giungere il patrimonio agli eredi. Se questa formula di protezione ti interessa chiedi all’esperto:
Che beni possono essere inseriti in un trust? 
Chi posso escludervi?
Eventuali creditori possono rivalersi sul trust?

3-Il patto di famiglia. In caso di impresa a conduzione familiare, questa formula piace perché consente all’imprenditore di trasferire, in tutto o in parte, l’azienda ai discendenti. È quindi una sorta di passaggio generazionale programmato. Lo scopo dello strumento è quello di favorire il passaggio generazionale dell’impresa. In deroga al generale divieto di patti successori. Se questa formula di protezione ti interessa chiedi all’esperto: In concreto come si stabilisce questo atto? Che obblighi hanno i soggetti scelti come beneficiari del patto?

4-Le società holding. Hanno lo scopo di tutelare il patrimonio della famiglia, separandolo dalle problematiche personali. E può aiutare molto anche ad evitare le controversie tra eredi sulla spartizione dell’eredità. Per esempio, nel caso di eredi nati da matrimoni diversi. Si possono utilizzare tutte le tipologie societarie a seconda delle specifiche esigenze. La Società semplice, ad esempio, ha un’ampia discrezionalità nella regolamentazione dei rapporti sia interni che esterni. Ad esempio nella distribuzione degli utili. Non occorre tenere le scritture contabili, e dunque le spese sono minori. Il limite maggiore è la possibilità per il creditore personale del socio di chiedere la liquidazione della quota. Le altre società di persone (S.n.c. e S.a.s.) hanno il vantaggio che il creditore particolare del socio non può chiedere la liquidazione. Le spese del commercialista per scritture contabili ed obblighi dichiarativi sono più gravose.  Per quanto riguarda le società di capitali, si tratta di Srl, SpA o SApA, hanno costi di gestione più alti, le quote sono pignorabili (con difficoltà però). Possono essere gestite con professionalità anche tramite amministratori esterni. Se questa formula di protezione ti interessa chiedi all’esperto:
Quale tipologia di società si adatta meglio al mio caso?
Che trattamento fiscale ha?

5-L’intestazione fiduciaria: si tratta di particolari società autorizzate dal ministero dello Sviluppo Economico, che offrono servizi di gestione patrimoniale. Mediante il contratto fiduciario, che rimane segreto (tranne al Fisco), si intestano i propri beni alla società fiduciaria. La società fiduciaria esercita i diritti propri del proprietario, secondo le sue istruzioni. Il proprietario rimane occulto di fronte ai terzi. L’intestazione fiduciaria determina una segregazione patrimoniale del bene e facilità il trasferimento dello stesso. Se questa formula di protezione ti interessa chiedi all’esperto:
Non posso incorrere in revocatorie da parte dei creditori ?
Che beni posso intestare? Con che limiti?

Ognuna di queste cinque formule ha caratteristiche peculiari, vantaggi e svantaggi. Motivo per cui occorre una valutazione specifica e professionale. Ma se hai l’idea di proteggere il tuo patrimonio puoi chiedere agli esperti quale si adatta meglio al tuo caso personale.